Psicologia Clinica Strategica

La consulenza clinica strategica è un intervento psicologico usualmente breve, orientato alla risoluzione di problemi presentati dal paziente” (G. Nardone)

testi-riferimento

L’approccio Strategico-Costruttivista, frutto del lavoro del gruppo di Palo Alto (Watzlawick, Weakland, 1980; Nardone, Watzlawick, 1990; Watzlawick, Nardone, 1997) si occupa del modo in cui l’uomo percepisce e gestisce la propria realtà attraverso la comunicazione con se stesso, gli altri e il mondo, trasformandola da disfunzionale in funzionale, al fine da poter “operare” su di essa. I “problemi” dell’uomo sono il prodotto dell’interazione tra soggetto e realtà, per cui risalire alle origini del problema è spesso fuorviante rispetto al trovare le soluzioni. Per questo motivo, l’intervento si focalizza non su “perché esiste” il problema, ma su “come funziona”, e specialmente su “come fare” per risolverlo, guidando la persona a cambiare non solo i propri comportamenti, ma anche le proprie modalità percettive e di attribuzione causale. Il tutto passa prioritariamente attraverso il dialogo strategico.
Si utilizzano due anime del modello, il dialogo strategico ed il Problem Solving.
Il modello Problem Solving Strategico, formulato dal prof. Giorgio Nardone, si può applicare a qualunque tipologia di problema e ad ambiti decisamente diversi tra di loro, per raggiungere obiettivi.
La metodologia su cui si fondano i diversi approcci di intervento strategico, come per esempio la consulenza psicologica si basa sull’applicazione dei “protocolli specifici di intervento” messi a punto dal prof. Giorgio Nardone, fondatore insieme a Paul Watzlawick del Centro di Terapia Strategica di Arezzo, per sbloccare problemi sul comportamento e sul disagio psicologico della persona.
Le basi epistemologiche del modello evoluto sono il costruttivismo radicale (E. von Glasersfeld, H. von Foerster), la teoria dei sistemi (E. von Bertalanffy), la pragmatica della comunicazione (P. Watzlawick, Beavin, Jackson), la logica strategica (J. Elster, N. Da Costa, G. Nardone) e la moderna teoria dei giochi (J. von Neumann). (Fonte: centroditerapiastrategica.com)
L’attenzione si focalizza, anziché sul passato, sul problema presentato, su ciò che lo mantiene e su come modificare rapidamente la situazione.
Il primo contatto è molto importante per costruire una relazione basata sulla fiducia, sulla compliance, necessarie per aggirare la resistenza al cambiamento. Questa prima mossa è fondamentale per creare una grande motivazione nel paziente.
La mossa successiva consiste nella definizione del problema, cosa avviene all’interno dei tre tipi di interazione interdipendenti che il soggetto vive con se stesso, con gli altri e con il mondo e come il problema presentato funziona all’interno di tale sistema relazionale. Come il soggetto ha tentato di risolvere il problema. Le tentate soluzioni (Watzlawick, Weakland, Fisch, 1974; Weakland et al., 1974) sono le azioni messe in atto dal soggetto e dalle persone a lui vicine, che finiscono per complicare e alimentare il problema, irrigidendosi in ridondanti modelli disfunzionali d’interazione con la realtà.
L’accordo sugli obiettivi del trattamento psicologico, oltre a raffigurare una programmazione sugli obiettivi graduali e concreti da raggiungere, rappresenta per il paziente una forte suggestione nella direzione della collaborazione mirata al cambiamento.
L’altra anima del modello è il dialogo strategico, una comunicazione persuasoria come veicolo di cambiamento, attraverso il quale raggiungere una nuova conoscenza, scoprire insieme qualcosa in più di quello che si può fare da soli. L’interlocutore, attraverso domande proposte, viene guidato a scoprire alternative, a sentire definitivamente le cose, a cambiare non solo i propri comportamenti, ma anche le proprie modalità percettive e di attribuzione causale, in modo tale che quanto concordato risulti essere una sua scoperta. Pertanto la persona scoprendo le sue risorse, che erano bloccate dalle percezioni precedenti, rigide e disfunzionali, sente di avere la capacità di risolvere il problema.
Da una prospettiva strategica il cambiamento va prima di tutto “agito” ed il dialogo strategico diviene il suo veicolo; in sintesi si tratta di “fare le cose con le parole” (Austin, 1987).
Il modello, convalidato dai risultati ottenuti a livello di efficacia e di efficienza, nell’arco di trenta anni di sua applicazione a centinaia di migliaia di persone in tutti i cinque continenti da parte di centinaia di terapeuti (e psicologi) formatisi all’approccio formulato da Giorgio Nardone, permette a chi lo apprende di rispondere con rapidità ed effettività ai bisogni dei pazienti che gli si rivolgono.
(Fonte: centroditerapiastrategica.com, Master in Psicologia clinica strategica)


Come posso aiutarti?